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 Esame del fondo oculare con oftalmoscopio indiretto

Oftalmologia
Veterinaria

Clinica Oculistica di
Alessandra Novelli
Medico Veterinario
iscr. Ordine di
Lucca n. 262
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Ma i cani non portano gli occhiali... mi sento spesso rispondere parlando di Oculistica Veterinaria!

In effetti siamo portati a pensare all'oculistica come a quella branca della medicina che ci condurrà ( o meno ) alla scelta forzata della montatura meno disastrosa per noi, o alla condanna delle lenti a contatto a vita.

In realtà le condizioni patologiche che possono interessare gli occhi sono numerose, e non sempre facilmente riconoscibili, soprattutto nelle prime fasi dove il disagio è percepito dal diretto interessato ma non evidente ad un osservatore esterno. I nostri amici animali possono soffrire di numerose condizioni, alcune legate alla razza ( congenite o ereditarie) o all'età, altre di origine traumatica, infettiva o purtroppo anche tumorale. Il disturbo spesso diventa evidente al proprietario solo in fase avanzata, quando inizia a provocare diminuzione della vista o dolore.

Quindi, se anche se i nostri animali non percepiscono come noi lievi alterazioni della vista, dovute per esempio all'età ( anche loro invecchiando diventano presbiti, ma non dovendo leggere non se ne curano....), per contro non sono in grado di comunicarci disagi anche importanti fino a quando questi non sono tali da provocare sintomi evidenti. La stessa perdita della vista se avviene lentamente può passare inosservata, fintanto che le abitudini restano stabili. Questo grazie alla grande capacità di compensazione attraverso gli altri sensi propria di tutti gli animali. Un cane ed un gatto possono diventare ciechi lentamente e continuare a muoversi con disinvoltura in un ambiente familiare.

Perdita lenta della vista e dolore si possono manifestare sostanzialmente con una diminuzione della attività motoria, dell'attitudine al gioco, e nel caso del dolore, con diminuzione dell'appetito.

Ben diversa è la perdita di vista improvvisa, che può provocare una vera e propria crisi di panico con vocalizzazioni ed episodi di aggressività.

Cosa può osservare il proprietario guardando gli occhi del proprio animale? Molte volte nulla, il problema se localizzato nel comparto posteriore può non dare alterazioni a prima vista evidenti.

Altre volte si possono notare variazioni di colore o forma di iride, congiuntiva, cornea, pupilla. Modificazioni nella dimensione e posizione degli occhi e delle palpebre, nella quantità di lacrime prodotte.

Osservare periodicamente gli occhi del nostro amico animale servirà soprattutto a riconoscerne la normalità per notare quanto prima delle alterazioni.

Se si possiede un cane di razza, conoscere le patologie ereditarie tipiche di quella razza può essere di grande aiuto sia nell'osservazione delle anomalie possibili, sia nella programmazione temporale di specifiche visite specialistiche. Non tutte le malattie ereditarie infatti si manifestano nei cuccioli e nei cani giovani. Alcune patologie, se pure di origine ereditarie possono presentarsi in età adulta o avanzata.

Hai un Golden Retriever? la probabilità che sviluppi una cataratta è molto più alta che in altre razze. Un Volpino? Potrebbe andare incontro ad una lussazione spontanea della lente. E così via...

 
In cosa si differenzia la visita oculista veterinaria da una normale visita clinica?

Si tratta di una domanda logica e lecita da parte di chi si appresta per la prima volta a richiedere per il proprio amico a 4 zampe una consulenza oftalmologica.

Le principali differenze si trovano nella durata e nell’ uso di strumenti e test specifici, che permettono di valutare le diverse componenti dell’ occhio essenziali per la funzione visiva.

La prima fase prevede una attenta osservazione. Posizione e conformazione delle palpebre e del globo oculare devono rispondere ad alcuni parametri tra cui principalmente la simmetria.

Subito dopo, se necessario, si esegue un test che misura la quantità di lacrime prodotta dalle ghiandole lacrimali ( Shirmer test ).
Va fatto subito altrimenti stuzzicando gli occhi con le successive manovre si rischia di aumentare involontariamente la lacrimazione ottenendo valori falsamente alti.

Quindi si eseguono alcune brevi prove, muovendo la mano verso l’occhio (n reazione di minaccia ), toccando alcune parti del muso ed illuminando le pupille,per testare la vista e alcuni riflessi neurologici.

Se in questa fase sorgono dei dubbi si possono eseguire prove più complesse per determinare se la vista è presente sia in condizioni di luce sia in penombra.

A questo punto inizia l’esame strumentale, eseguito prima con la lampada a fessura, o biomicroscopio, che permette di osservare tutte le strutture esterne dell’occhio ad alto ingrandimento ( fino a 16X), per rilevare difetti di conformazione dei dotti lacrimali, eventuali peli che crescano all’ interno delle palpebre ( diistichie o cilia ectopiche ), irregolarità sulla superficie della cornea.

Se necessario, cioè se c’è il sospetto di una lesione sulla cornea, è possibile applicare una goccia di colorante, solitamente la fluoresceina, che metterà in evidenza eventuali difetti colorandoli di un verde brillante!

Prima di proseguire occorre misurare la pressione intraoculare (IOP).
Anche se la visita non è stata richiesta per un sospetto problema di pressione è opportuno registrare questo valore, che anche nella normalità è diverso da un individuo all’ altro. Questo per controllare se con il passare degli anni i valori cambiano in maniera significativa. La misurazione si ottiene tramite uno strumento digitale direzionato verso la cornea (Tonometro digitale).

Adesso vogliamo vedere un po’più in profondità, quindi occorre dilatare le pupille per avere un maggior campo visivo e osservare bene il cristallino e la retina.

Questa operazione richiede, dopo l’applicazione di una goccia di collirio, un attesa di 15-20 minuti.
Non sempre è necessaria! Alcuni animali,per conformazione o per agitazione hanno le pupille sufficientemente dilatate. La visita quindi prosegue con l’osservazione del cristallino utilizzando nuovamente il biomicroscopio, e quindi la retina con un oftalmoscopio diretto, o indiretto, o talvolta con entrambi.

In ultimo, se si ritiene utile farlo, e a mio parere lo è sempre, ci prendiamo qualche minuto per scattare delle foto. In questo modo sarà possibile controllare l’evoluzione della malattia in atto o documentare in maniera oggettiva la situazione in un dato momento.
I quadri oculistici talvolta evolvono molto rapidamente!

A fine visita occorre riservare un po' un po’ di tempo per parlare….. Il Medico Veterinario dovrà, spiegare il problema e, se presenti, le ulteriori possibilità diagnostiche. E’ consigliato fare qualche indagine supplementare?Esami del sangue, ecografia , diagnostica avanzata, talvolta il problema oculistico è solo una finestra su un problema più ampio, che coinvolge altri organi.

Infine spiegare le possibilità terapeutiche e come le terapie vanno eseguite. Tutto ciò che viene detto, esito della visita, esami proposti e terapie prescritte, viene rilasciato in forma cartacea per essere riportato ai successivi controlli.

E’importante terminare la visita avendo un quadro quanto più possibile completo del problema in corso e di quali siano le possibilità di porvi riparo.
Fondamentale quindi chiedere ulteriori spiegazioni se qualcosa non è chiaro, sia riguardo alla diagnosi sia, e soprattutto, riguardo alle terapie. Il Veterinario compie metà lavoro nel processo di guarigione ( quando questa è possibile!), il resto dell’onere, e onore, è sulle spalle di chi si farà carico delle terapie successive.
 
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