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 Notte in chirurgia

Oftalmologia
Veterinaria

Clinica Oculistica di
Alessandra Novelli
Medico Veterinario
iscr. Ordine di
Lucca n. 262
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La sindrome della tasca mediale
La sindrome della tasca è un problema di tipo congiuntivale piuttosto frequente nel cane e meno nel gatto.
Si manifesta come una congiuntivite cronica o recidivante, che migliora con la somministrazione di antibiotici locali per ripresentarsi puntualmente alla sospensione dei farmaci.
Si manifesta con la presenza di un materiale mucoso denso e/o purulento,e arrossamento della congiuntiva.
Le razze predisposte allo sviluppo della sindrome sono: Levriero afgano, Dobermann, Golden retriever, Setter Gordon, Alano, Pastore dei Pirenei, Labrador, Terranova, Barbone gigante, Rottweiler, Samoiedo e Weimaraner. Di solito si tratta di cani giovani, clinicamente sani, dalla conformazione dolicocefalica. L’esame clinico e la visita oculistica risultano nella norma.
Lo Schirmer Tear Test (STT) risulterà nella norma e questo permette di fare una diagnosi difreziale rispetto ad una forma di Cheratocongiuntivite secca che puòinizialmente presentarsi con segni simili. Lo scolo è bilaterale e si osserva soprattutto nell'angolo mediale, nello spazio si forma tra il globo oculare e le palpebre.
Lo scolo è più consistente soprattutto al mattino, ma può ricomparire durante la giornata, soprattutto dopo un periodo di riposo.
La sindrome della tasca del canto mediale non è una vera e propria una malattia, ma la conseguenza di una caratteristica anatomica di alcune razze dolicocefale, che hanno orbite profonde, e cranio allungato e sottile e l'occhio profondamente inserito nell’orbita. In questo casi. Qui si viene a creare uno spazio tra occhio e palpebra inferiore (da qui origina il termine “tasca”) dove si accumulano le lacrime.
La parte acquosa evapora , lasciando un residuo mucolipidico. Soprattutto nell'angolo mediale assieme a qiusto materiale si vengono a raccogliere polvere e vari detriti che possono favorire l'infiammazione e la sovrainfezione batterica. Di qui conseguono un arrossamento della terza palpebra, della congiuntiva e aumento dello scolo oculare mucopurulento. Se è presente anche del pus può essere consigliato un antibiogramma. La presenza di scolo purulento indica una infezione batterica secondaria. I batteri isolati sono di solito Gram positivi come Staphylococchi, Bacilli e Corynebateri spp. Raramente si isolano batteri Gram negativi e patogeni primari. Tra le procedure necessarie in corso di diagnosi occorre lavare i dotti naso lacrimali, per escludere una dacriocistite (infiammazione e infezione delle vie lacrimali).
Il paziente migliora con una terapia antibiotica locale , anche se lo scolo si riforma velocemente non appena si sospende il ciclo di terapia. Dal momento che questa sindrome è determinata dalla conformazione anatomica del cranio e dell’orbita, caratteristiche sulla quale ovviamente non è possibile intervenire, la pulizia rappresenta la migliore arma per la sua gestione.
Si può usare della soluzione fisiologica sterile, asportando il muco mattina e sera. Inoltre è consigliato effettuare dei lavaggi extra dopo aver soggiornato in ambienti polverosi, ventosi o in spiaggia.

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